Il dipinto proviene da un’importante collezione fiorentina, avviata da un avo della famiglia, che fu a Vienna nel 1798 e, successivamente, a Würzburg fino al 1813, come compagno di esilio del Granduca di Toscana Ferdinando III. La collezione fu trasferita con sede definitiva a Firenze allacaduta di Napoleone e dell’importanza della stessa abbiamo prova attraverso copia di un inventario compilato nel 1881, nel quale il nostro compare al n. 52 della sezione dedicata alle opere conservate presso il “Palazzo di Firenze” della famiglia, descritto genericamente come “S. Pietro nell’Oratorio di Pilato; tavola con piccole figure”.
Esiste un ulteriore inventario manoscritto che il nostro collezionista in esilio produsse di propria mano prima di rientrare in Italia, e che viene attribuito in una lettera degli eredi al 1813. In questo inventario è descritta la primitiva collezione composta da 37 opere, dove appaiono nomi di importanti autori.
In questo manoscritto la nostra tavola è minuziosamente descritta: al n. 14, numero che trova un puntuale riscontro con quello segnato sul retro della cornice e su un’etichetta apposta sulla tavola stessa, viene infatti presentato un “…quadro in legno di piedi due e quattro e mezzo pollici di lungo, e piede uno e 8 e mezzo pollici di alto, rappresentante il Pietro che nega Gesù Cristo alla fanciulla in casa di Anna. Si vede il Salvatore da lontano condotto avanti a quel pontefice per essere esaminato,in mezzo a una quantità di marmaglia e di soldati”. L’identificazione con la casa di Anna riporta all’episodio evangelico secondo Giovanni, l’unico tra i quattro evangelisti a indicare anche questi come sommo sacerdote assieme a Caifa, del quale era suocero. Il dipinto appartiene dunque al primo nucleo costitutivo della raccolta.
Negli anni Sessanta venne avanzata l’attribuzione a Bruegel, subito rinnegata a favore della corretta indicazione dell’autografia a Hieronymus III Francken, pittore fiammingo appartenente a una nota e prolifica famiglia di pittori. Specializzatosi soprattutto in soggetti religiosi, ma anche ritratti e nature morte, le sue opere sono caratterizzate da un’attenzione tutta particolare alla contestualizzazione dell’episodio.
I protagonisti, infatti, si confondono spesso con gli altri personaggi che popolano la scena. Questa modalità lavorativa ne denota certamente la provenienza nordica, unitamente alla considerazione della tavolozza cromatica e della resa luministica.
Anche nella nostra opera, infatti, particolare attenzione è stata data alla rappresentazione dell’ambientazione: accanto all’episodio del rinnegamento sono raffigurati personaggi superflui, non strettamente necessari alla narrazione dell’episodio evangelico, come i soldati intenti a giocare alle carte e ai dadi.