L’arazzo in esame si colloca nella vasta produzione realizzata dalla manifattura di Fabourg Saint-Germain, sotto la direzione di Sébastien-François de La Planche, dunque tra il 1661 e il 1668; il soggetto appartiene a una più ampia serie con Le Scene dell’Antico Testamento, i cui episodi furono progettati da Simon Vouet. In particolare l’opera qui in analisi è realizzata su un cartone preparatorio di Michel I Corneille (o Corneille il Vecchio), allievo dell’artista parigino e tra i fondatori della l’Académie royale de peinture et de sculpture, assieme a Charles Le Brun, Philippe de Champaigne.
Come accadeva di consueto in occasioni simili, da uno stesso cartone venivano prodotti diversi arazzi, talvolta con alcune modifiche a seconda della committenza o della volontà degli artisti (sia nella fase progettuale, che nella fase di tessitura) di dimostrare la propria bravura e la capacità d’inventiva. Certamente riconducibili al nostro sono infatti altri due esemplari, raffiguranti il medesimo soggetto. Il primo di questi (passato in asta da Tajan, il 10 ottobre 2017, lotto 91), seppur mutilo nella parte inferiore (manca il bordo della bordatura, che invece sui tre rimanenti lati si presenta pressoché identica rispetto a quella del nostro), è una riproposizione fedele di quello in esame, seppur con l’aggiunta dei tre personaggi sulla sinistra della scena. Del tutto identico al nostro (anche se le figure ai margini non sono tagliate dalla bordatura) è l’esemplare conservato nel castello di Châteaudun (inv. CHA1996000130), appartenente ad una serie costituita da sei pezzi.
Probabilmente l’arazzo in esame è tra quelli a cui fa riferimento Maurice Fenaille (p. 311): “Dans l’inventaire de la manufacture du faubourg Saint-Germain, en 1661, on trouve à plusieurs reprises la mention d’une tenture de l’Histoire d’Abraham qui doit être la Tenture de l’Ancien Testament. Item, six pièces peintes en huile sur toile, représentant l’Histoire d’Abraham […]”. Pur non essendo meglio specificato il soggetto rappresentato, la notifica che esistono diversi esemplari e la corrispondenza numerica con il ciclo conservato nel castello di Châteaudun fanno supporre che possa verosimilmente trattarsi del Abimelech restituisce Sara ad Abramo. Altri arazzi appartenenti alla medesima serie sono i dieci pezzi acquisiti dalla corona nel 1668 ed oggi conservati nel castello di Vaux-le-Vicomte e nelle collezioni di Luigi XIV, anche se quest’ultimo, oramai considerato perduto, fu tessuto a Bruxelles nel XVII secolo.
Sono possibili inoltre ulteriori confronti con altre serie di arazzi provenienti dalla stessa manifattura, quali quelli appartenenti alla Storia di Diana (Fenaille 1903, pp. 231-240) e alla Storia di Psiche (Fenaille 1903, pp. 287-292): l’impostazione è infatti molto simile, con i protagonisti al centro della scena, spesso accompagnati da personaggi secondari e con un fondo sempre minuziosamente descritto, sia esso paesistico-naturale che architettonico, al fine di contestualizzare ma allo stesso tempo arricchire l’episodio narrato; presente anche la sfarzosa bordatura decorata con elementi fitomorfi, putti, vasi. In particolare, praticamente identici sono i Bacchini che sorreggono vasi agli angoli inferiori della bordatura, con quelli nella medesima posizione presenti nel Pasto di Psiche, appartenente all’omonima serie. La bordura si caratterizza in modo pedissequo sulle varie realizzazioni quasi fosse un marchio di fabbrica.